Il Castello col fantasma di Azzurrina a Montebello

Il Castello di Montebello, meglio conosciuto come il Castello di Azzurrina, si trova a Torriana in provincia di Rimini.

Dopo anni finalmente ho avuto il piacere di poterlo visitare, spinta dalla curiosità che ruota attorno al fantasma di Azzurrina. Ho scoperto però che una visita al castello è molto più di questo.

La visita del castello  di Montebello, con guida autorizzata (ringrazio Alice che ha reso il tour davvero interessantissimo) ha avuto inizio dall’ingresso. Il castello è un’antica struttura datata anno Mille, periodo storico in cui i Romani, per ragioni militari, decisero di conquistare quella zona strategica collocata a quota 436 metri. Dopo anni di battaglie contro i Galli, i Romani vittoriosi si stanziarono e costruirono la prima struttura sulla vetta, che venne ribattezzata mons bellimonte della guerra, oggi trasformato in Montebello.

La storia del castello si sviluppa lungo un periodo storico molto ampio: intorno all’anno Mille il castello apparteneva alla Famiglia Maltalune, passando poi nel 1186 sotto il dominio dei Malatesta per circa 300 anni. Trovandosi però nella zona pontificia, il Papa decise di bloccare i Malatesta, divenuti troppo potenti e grazie all’aiuto di di altre famiglie nel 1462 i Malatesta furono sconfitti nell’ultima battaglia e il Papa decide di regalare i feudi riscossi a chi aveva combattuto al suo fianco. La zona e il castello di mons belli passò quindi sotto la proprietà dei Conti Guidi di Bagno, dal 1464 attuali proprietari del castello (abbandonato poi nel 1700).

La visita a Montebello inizia dalla parte rinascimentale del castello, quella più nuova. Si accede al salotto del 600, dove si trova il divano marchiato a fuoco riservato alle nobildonne e la cassaforte del 500, realizzata come il prototipo attuale, con legno dentro e ferro fuori e una combinazione con 5 serrature diverse (ergo 5 chiavi diverse di cui 1 in possesso del Conte) più 2 speroni interni: eh già, l’equivalente della nostra attuale porta blindata!

Dalla finestra del salotto si può ammirare in lontananza la città di San Marino, e si può notare anche quanto sono spesse le mura del castello: 1.82 metri in quel punto esatto. Nella seconda stanza si trova un’altra cassaforte del 700, la cui particolarità sono le borchie. Questa si apriva con una sola chiave e la serratura era nascosta in una delle borchie. Provate a scoprire quale fosse, prima che la guida vi sveli la soluzione.

Si accede poi alla stanza più alta del castello, dove si trova un tavolo “a pipistrello” dell’800, con un buco al centro ai piedi dove veniva posizionato il braciere per scaldarsi. Nel castello infatti non c’era un camino (avrebbe fatto fumo e sarebbe stato un segnalare in tempo di guerra): venne introdotto solamente nel 600. Qui la nostra guida Alice ci ha raccontato la storia del termine “credenza” e da cosa deriva. Illuminante.

Al piano superiore del castello si trova un dipinto enorme con raffigurato l’albero genealogico dei Conti Guidi, una piccola cappella – oggi sconsacrata – con un barocchetto di rovere del 700 con una “lastra” molto speciale. Non vi svelo di cosa si tratta. E ancora alcuni trabocchetti sulle scale che portano sul ballatoio: i primi 2 scalini sono uguali mentre gli altri cambiano (il rischio è quello di inciampare) e gli ultimi 3 scalini che portano all’esterno danno la spinta verso l’alto, e la porta esterna è di proposito alta solo 1.60 metri. Quindi prestate molta attenzione durante la vostra visita. I trabocchetti non perdono la loro efficacia nei secoli.

Dopo la visita alla parte rinascimentale del castello si entra nel fortilizio militare. Qui si accede alla Torre Mastio (o Mascio o Stanza delle dame) dove si trovano i bauli con la “dote”, e in una stanza in cui è affisso un altro dipinto dell’albero genealogico dei Conti, più piccolo stavolta. A terra, accanto a una piccola finestra, si trova una botola che si affaccia sull’ingresso sottostante, dalla quale veniva gettato sui nemici il fuoco etilico. Una curiosità interessante, in questa stanza, è il quadro con la tela tridimensionale del volto dell’uomo raffigurato: provate a spostatevi in qualunque direzione e sembrerà che lui vi guardi (sì, un’altra Gioconda!).

La visita prosegue poi nella stanza del forno, l’unica riscaldata del castello dopo il 600 grazie ad un camino senza canna fumaria con roccia porosa. Infine si arriva nella stanza Castrum Mons Belli dove si trovava la “toilette del soldato”, con una porticina nelle mura e una piccola finestrella con la candela: fatevi spiegare dalla guida di cosa si tratta. Molto simpatica, e funzionale.

Scendendo dalla stanza del Castrum Mons Belli si arriva poi nella stanza dedicata a Azzurrina.

Chi era Azzurrina?

castello Azzurrina
Photo © Francesca Turchi

Azzurrina era una bambina albina, di nome Guendalina, nata alla fine del 1300. I suoi capelli bianchi erano un segno di stregoneria per il tempo, così la madre decise di tingerglieli di nero: ma i capelli degli albini non si tingono e quindi la bambina iniziò ad avere dei riflessi azzurri, da allora Azzurrina. Per nasconderla la famiglia decise di proteggerla in questa parte del castello, sorvegliata giorno e notte da due guardie.

Il 21 giugno 1375, all’età di 5 anni, Azzurrina scompare mentre gioca rincorrendo una palla giù per le scale che conducevano al nevaio. Da allora, nel corso dei secoli, ogni lustro (5 anni) si sente la sua voce. Il castello di Montebello è stato aperto al pubblico nel 1998, dunque dall’anno seguente sono iniziate le prime registrazioni. Ne è stata fatta una anche nel 2003 per sfatare la “regola dei 5 anni” e anche in quell’occasione è stato registrato qualcosa di paranormale.

A questo punto della visita si ascoltano alcune registrazioni di Azzurrina fatte dal 1995 al 2005: in una si sente pronunciare la parola mamma mentre in un’altra la parola aluisi. A questa seconda registrazione sono state date 2 possibili interpretazioni: un nome di persona oppure “Luigi” dato che il 21 giugno, data della scomparsa di Azzurrina, si festeggia proprio San Luigi.

Il dipinto diAzzurrina, simbolo del castello, che si trova nella stanza in cui la bambina scomparve, è stato realizzato negli anni 60 da un’artista che ha voluto raffigurare Azzurrina proprio in questo modo, coi capelli di color azzurro. Ma non si sa realmente la bambina che aspetto avesse.

Personalmente la visita al castello di Montebello mi è piaciuta molto. Ero arrivata con l’idea di sentire la storia di Azzurrina ma ho scoperto che c’è davvero molto di più, e la visita merita in tutto il suo complesso.

Castello di Azzurrina: biglietti e info per la visita

Il biglietto per la visita al castello di Montebello è di 7 euro con apertura diurna e notturna. In estate è possibile visitare il castello sia il giorno che la sera, con visita notturna alle ore 22.30, mentre dal 15 settembre la visita avviene nel solo giorno di sabato (visita diurna + notturna) e la domenica (solo visita diurna).

La visita in italiano è guidata e della durata di un’ora. I visitatori stranieri, ai quali viene consegnata una brochure in lingua, possono visitare il castello in autonomia.

Sono inoltre previste delle visite guidate di gruppo (anche per stranieri) su prenotazione all’indirizzo mail [email protected].

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
Travel Blogger, Social Media Strategist, Web Content Writer & much more since 2009.

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