Quella volta che ho portato mio padre all’Oktoberfest

I viaggi a due mi piacciono da impazzire, ormai lo sapete. Odio viaggiare da sola e il viaggio di gruppo spesso si dimostra una scocciatura. Così scelgo sempre un fido compagno di viaggio che solitamente ha tre nomi: Leonardo, mia mamma, Sara. Con loro tre il divertimento e la gioia del viaggio sono assicurati e così a ruota li porto con me.

Ma quando ho organizzato il mio viaggio all’Oktoberfest a Monaco di Baviera l’istinto mi ha detto di cambiare abitudini e di fare un qualcosa che ad oggi non avevo ancora fatto: ho invitato mio padre a venire con me per un weekend alla festa della birra più famosa del mondo, partendo con un viaggio in pullman di 11 ore a tratta che implicava pochissime ore di sonno, dolori articolari assicurati e un’assoluta non consapevolezza da parte sua di dove lo stessi effettivamente portando.

Non ero sicura della risposta che avrei ricevuto, lo ammetto. Ma forse per la novità, forse per la birra (l’unica cosa che aveva perfettamente inteso esserci a questo “Oktoberfest dove mi vuoi portare”) o semplicemente perché io sono la sua bambina e un gesto del genere non se l’aspettava, fatto sta che il mio papà ha deciso di venire con me. Col senno di poi posso dire che è stato uno dei viaggi più belli mai fatti, uno di quelli da ricordare per sempre.

oktoberfest
Photo © Francesca Turchi

Tra i momenti vissuti da raccontare quelli memorabili sono stati:

  • quando siamo arrivati all’Oktoberfest la mattina presto: io di corsa mi sono precipitata verso i capannoni per mettermi in fila e lui (che non era ancora perfettamente entrato nell’idea di dove fossimo e come funzionasse il tutto) che mi chiedeva se si poteva fare una giratina.
  • quando gli ho fatto assaggiare per la prima volta un pretzel mentre facevamo la coda per entrare e, per un amante del pane come lui, è stato come andare in brodo di giuggiole.
  • quando, una volta entrati nel capannone della Paulaner, con 10.000 posti a sedere quasi completamente occupati alle 9.10 del mattino, ho visto lo stupore nei suoi occhi. “Ma guarda un po’ dove ti ha portato la tua bimba!“, gli ho detto.
birra paulaner
Photo © Francesca Turchi
  • quando, ormai seduti al tavolo, è bastato darsi uno sguardo intorno per capire che lui era un po’ fuori target. Ma poi – il caso vuole – ho lanciato uno sguardo alle sue spalle e ho iniziato a ridere a crepapelle. Proprio dietro al nostro tavolo c’era una bellissima coppia di vecchietti.
Photo © Francesca Turchi
  • quando i ragazzini di Monaco che erano seduti con noi al tavolo hanno aspettato che arrivassero anche le nostre maß di birra (attesa di ben 15 minuti) per poi brindare tutti assieme. Il miglior prosit mai fatto!
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Photo © Francesca Turchi
  • quando gli stessi ragazzini hanno fatto intendere a mio padre che se la cavava piuttosto bene con la birra!
  • quando, per evitare equivoci, parlando in inglese con quei baldi giovini ho detto “…così ho deciso di venirci con mio padre“. “Ah, tuo padre?!“. Ecco, l’equivoco si era creato!
  • quando ho fermato un italiano per chiedergli di scattarci una foto col mio iPhone (tanto sai come si usa vero?!) e lui ne ha scattate 42 (non scherzo, 42!). La cosa sconvolgente è che quella sotto è l’unica venuta bene.
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Photo © Francesca Turchi
  • quando io ho mangiato un käsestangerl (pane al formaggio) e lui si aggirava tra le varie bancarelle alla ricerca di chissà cosa da mangiare. Le scritte in tedesco di certo non aiutavano, così alla fine la scelta è ricaduta sul panino con carne e crauti. Non c’era pericolo di sbagliarsi!
  • quando abbiamo deciso di entrare in un’altra tenda a ora di cena e in 10 minuti ci siamo riusciti (miracolo!). Ci siamo seduti nel biergarten, il giardino esterno, al Schottenhamel-Festhalle dove abbiamo ordinato un’altra maß a testa. Poi la curiosità di entrare dentro al capannone era troppa, così ho chiesto a un buttafuori se potevamo almeno affacciarci. Siamo riusciti a entrare e lo scenario che si è presentato davanti a noi era completamente differente da quello del pranzo: gente che sui tavoli non mangiava ma ballava e cantava rigorosamente con la birra in mano. Il degenero! Io ci sono abituata ma il mio papino ha strabuzzato un po’ gli occhi: “Questa è una bella banda di briai, altroché!“;
  • quando, da ultimo, per le vie del Theresienwiese abbiamo assistito a delle scene che le sbornie del sabato sera in confronto sono una giacchettata. E noi ci divertivamo a guardare quel ragazzo che camminava barcollando piuttosto che la famigliola abbracciata che sorreggeva la mamma traballante posizionata al centro;

So che non tutti i rapporti genitore-figlio sono uguali. Probabilmente a voi non passa dall’anticamera del cervello di portare vostra madre o tanto meno vostro padre in viaggio con voi, figuriamoci all’Oktoberfest. Ma sapete cosa vi dico? Io questo viaggio non potevo viverlo meglio: il primo viaggio con mio padre, io e lui soli soletti come due innamorati.
Tanto l’equivoco si è creato a prescindere.

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
Travel Blogger, Social Media Strategist, Web Content Writer & much more since 2009.

Commenti

  1. Grazie mille! Mi hai dato una bellissima idea, porterò mio padre all’ OKTOBERFEST. Sono sicuro che apprezzerà l’evento. Abbiamo iniziato a portare i genitori con noi in camper, è giusto che sia così, ci hanno fatto girare il mondo quando erano più giovani e noi dei bambini.

    • Ciao Michele, mi rende molto felice sapere che porterai tuo padre all’Oktoberfest. Per me è stata un’esperienza unica. Anche i miei genitori mi hanno fatto viaggiare molto quando ero bambina, e ora negli anni se posso (e loro possono) mi piace ricambiare il favore e portarli in viaggio con me. Se a Ottobre andrete, fammi poi sapere come è andata. Sono molto curiosa!

  2. Ti avevo già fatto i complimenti su Twitter perchè non capita spesso di leggere un articolo cosi, tenero, divertente e soprattutto una bella esperienza vissuta con i propri genitori. E’ bello vedere, che nell’epoca dei computer e della tecnologia, c’è ancora qualcuno che scrive divertendosi non nascondendo sentimenti ed emozioni. L’Oktoberfest poi, una festa della birra, il luogo ideale dove poter conoscere anche altri aspetti dei propri genitori. Un articolo divertente e davvero uno dei tuoi migliori!

  3. Ciao Francesca,
    mi è piaciuto troppo leggere questo articolo.. non solo perchè sono una fan dell’Oktoberfest (mia madre non riesce più a placare il Dad che fa la collezione dei boccali! 😉 ), ma soprattutto perchè penso che la vacanza con i genitori resti qualcosa di speciale… denso di emozioni e con un tocco di simpatia che mi ha fatto sorridere tanto!!! 😉

    Un abbraccio

  4. Bello questo tuo post e bello che tu abbia portato tuo padre a Monaco.
    Viaggiare con i propri genitori da adulti può regalare splendide sorprese!io avevo portato il mio a fare il cammino di Santiago anni fa…era un suo desiderio ma non sapevo come avrebbe gestito la fatica e il resto ed ero stata davvero orgogliosa di lui quando mi aveva sorpresa!
    A presto!:)
    Fra

  5. Francy lettura divertente ma mi hai fatto venire un nodo in gola …un Po’ ti invidio vediamo se mifai venireilcoraggio di proporlo al mio babbo …un abbraccio …e babbo tuo i 59 se li porta alla grande !!!

  6. …un po’ me l’aspettavo…un po’ ci speravo!

    quello che non m’aspettavo era di ritrovarmi con gli occhi lucidi leggendoti! La foto del tuo papa’ che sorride vedendo dei coetanei mi ha ricordato mia madre a Ho Chi Minh quando ha visto gli scooter…gioia, sorpresa…un misto di emozioni con un pizzico di quel “ma dove m’hai portato?” che poi e’ un grazie!

    Fallo ogni volta che puoi.. io aspetto i miei qui in Thailandia per portarmeli in Laos (e i miei sono over 70)

    Grazie per aver condiviso le tue emozioni!

  7. Ma dai, con tuo papà? Avevo letto che andavi all’Oktoberfest ma non avevo capito con chi!
    Io a mio papà gli voglio un mondo di bene, ma l’idea di fare un viaggio soli io e lui.. beh non so se ne avrei il coraggio.. e magari invece mi sbaglio a pensarla così!… 😉

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