Perché voglio tornare a Monaco di Baviera

Lo ammetto, da Monaco di Baviera non sapevo cosa aspettarmi. Forse tutto è dipeso dal momento in cui l’ho visitata. Era fine settembre, stagione favorevole per farsi un viaggetto. Ma gli amanti della birra avranno già capito a cosa mi riferisco: ho visitato Monaco in un giorno durante l’Oktoberfest.

Dopo qualche ora trascorsa nei capannoni del Theresienwiese mi sono approcciata alla città con gli occhi di chi non ha alcuna aspettativa. Avevo solo un paio di ore a disposizione per scoprirla, a piccole dosi, tutta d’un fiato.

Ripensandoci, di Monaco ho solo alcuni flash sui luoghi visti di sfuggita, fotografati o quelli che “Ah lì dietro ci dovrebbe essere anche questo!” senza riuscire poi a vederlo.

Perché voglio tornare a Monaco?

Perché non me la sono goduta, perché non l’ho vissuta. Praticamente è come se non l’avessi vista affatto. Non che in un weekend o in un paio di giorni si possa pretendere di dire che una città la si conosca. Ma a maggior ragione in un paio di ore mi è sembrato come quando hai un’interrogazione e studi sul bignami. Questo è stato il mio primo incontro con Monaco: un riassunto, approssimativo.

Ricordo di essermi ritrovata in Marienplatz, la piazza principale di Monaco dove si trova il Neue Rathaus, il municipio nuovo con la torre dell’orologio. Erano le 17 in punto e in quel preciso istante ho sentito un brusio attorno: era il momento in cui il carillon Glockenspiel iniziava il suo spettacolo, con le statue a grandezza naturale che si muovono al ritmo di una melodia che si propaga in tutta la piazza.

Ricordo l’Altes Rathaus, il vecchio municipio di Monaco di Baviera, e il fatto di avergli scattato una foto dall’alto verso il basso, con un cielo azzurro intenso di sfondo.

Ricordo la passeggiata, o per meglio dire la corsa, in mezzo al mercato all’aperto di frutta e verdura più grande di Monaco, il Viktualienmarkt. Giusto un paio di scatti rubati qua e là, nemmeno il tempo di fermarmi ad una bancarella.

Ricordo di aver visitato la Sankt Peter Kirche, la Chiesa di San Pietro, mentre la guida ci spiegava che questa è la chiesa più antica di Monaco, bombardata per ben 88 volte durante la Guerra.

Ricordo il tragitto a bordo del bus turistico fino allo Schloss Nymphenburg, il castello estivo della casa Bavarese dove nacque Ludwig II. Visto i tempi serrati non sono potuta entrare neanche lì, ma almeno l’ho potuto ammirare al tramonto e ho scattato un paio di fotografie al laghetto con i cigni e le anatre.

Non ricordo invece molti altri posti che si trovano comunque in centro, e che ero certa almeno di intravedere.

Non ricordo la Cattedrale cattolica della Beata Vergine Maria, la Frauenkirke. Non ho visto i suoi interni né tanto meno la famosa “impronta del Diavolo” che si trova all’ingresso. Ho solo un lapsus delle cupole verdi delle sue torri, in lontananza.

Non ricordo di aver visto la Mariensaule, la colonna di Maria, e il Fischbrunnen, la Fontana del Pesce, situati ai piedi del municipio. Ricordo invece che mentre mi allontanavo dalla piazza mi son detta “Devo tornare indietro almeno per vederle“. Ma non potevo, altrimenti avrei perso il gruppo!

In quelle poche ore, e di corsa, ho capito ben poco di Monaco di Baviera. Posso dire però che il centro della città mi è sembrato bello seppur circoscritto, la città ha un carattere elegante che indubbiamente affascina. Forse un weekend non basterebbe per visitare tutto. Io però mi accontenterei di vedere ciò che non ricordo, e in più mi concederei:

  • una sosta in un Biergarten
  • una passeggiata nell’Englischer Garten, e vedere la gente che surfa sul fiume
  • di visitare il Deutsches Museum
  • di fare una capatina all’Olimpia Park

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
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