Chi viene a Roma per la prima volta sa già cosa aspettarsi tra Colosseo, Piazza San Pietro, i Fori Imperiali, la Fontana di Trevi,… Eppure, basta deviare dai soliti percorsi turistici per scoprire che ci sono anche tanti altri luoghi meno noti da esplorare, tutti estremamente affascinanti.
Ne abbiamo selezionati 7 che forse non conosci, che ti permetteranno di ammirare una Roma più segreta, ma altrettanto memorabile, durante la tua vacanza nella Capitale.
7 luoghi insoliti e segreti a Roma
La Porta Alchemica di Piazza Vittorio – tra esoterismo e leggenda
Nel cuore del vivace rione Esquilino, tra giardini e resti romani, si nasconde un mistero che profuma di alchimia e segreti seicenteschi: la Porta Alchemica, anche nota come Porta Magica. È l’unica rimasta delle cinque porte di Villa Palombara, un’antica residenza del marchese Massimiliano Palombara, appassionato di scienze occulte.
La leggenda narra che un misterioso alchimista, ospitato dal marchese, fosse riuscito a trasformare il piombo in oro proprio all’interno della villa. Al suo risveglio, l’uomo era sparito, lasciando solo formule esoteriche incise su pergamene. Palombara le fece scolpire sulla porta, sperando che un giorno qualcuno potesse decifrarle.
Oggi la Porta Alchemica è un monumento enigmatico, circondato da due statue egizie e da simboli che sembrano usciti da un libro di Ermete Trismegisto. Poco conosciuta ai più, affascina chi ama l’occulto, la storia segreta e i misteri mai risolti di Roma. Un frammento arcano incastonato nella modernità.
Il Buco della Serratura sull’Aventino – un panorama segreto inaspettato
Sull’elegante colle Aventino, tra aranci profumati e chiese storiche, si trova una delle sorprese più poetiche di Roma: un semplice buco della serratura. Si trova sul portone del Priorato dei Cavalieri di Malta, un edificio austero e apparentemente chiuso al pubblico. Ma basta avvicinarsi, chinarsi e guardare attraverso quel minuscolo spiraglio… per rimanere incantati.
Attraverso il buco si apre un perfetto gioco prospettico: incorniciata da un viale alberato, si staglia in lontananza la cupola di San Pietro, nitida e perfettamente centrata.
Questo piccolo gesto è diventato un rito per chi cerca un’emozione intima, con cui accedere alla bellezza di Roma da una prospettiva unica.
Il Quartiere Coppedè – architettura fiabesca tra liberty e surrealismo
Situato tra i quartieri Trieste e Parioli, il Quartiere Coppedè è uno di quei luoghi che sembrano sospesi tra realtà e immaginazione.
Si tratta di un piccolo agglomerato residenziale composto da 26 palazzi e 17 villini, progettati a partire dal 1915 dall’architetto fiorentino Gino Coppedè, da cui prende il nome. Il suo progetto fu portato avanti fino alla morte dell’autore, nel 1927, e completato successivamente dai collaboratori.
Fin dal primo sguardo, si ha la sensazione di entrare in un mondo a parte. Un grande arco monumentale, sorretto da un lampadario in ferro battuto, segna l’ingresso su via Dora e introduce subito un’estetica che sfugge a qualsiasi etichetta: un misto visionario di liberty, neogotico, barocco, medievale e persino arte assira, dove ogni facciata è una sorpresa di decorazioni scolpite, bassorilievi, mascheroni, simboli, marmi e mosaici.
Al centro del complesso, in piazza Mincio, si trova la celebre Fontana delle Rane, dove si racconta che i Beatles si siano tuffati vestiti dopo un’esibizione al Piper Club nel 1965.
L’Acquedotto Claudio nel Parco degli Acquedotti – passeggiare tra rovine antiche e natura
A sud-est di Roma, lontano dal traffico del centro, il Parco degli Acquedotti offre un paesaggio sorprendente: un’immensa distesa verde punteggiata da maestose arcate in pietra, vestigia degli antichi acquedotti romani che un tempo portavano l’acqua alla città. Tra questi, il più imponente è l’Acquedotto Claudio, costruito nel I secolo d.C. sotto l’imperatore Claudio.
Camminare qui è come viaggiare nel tempo. Le gigantesche strutture in tufo e mattoni si stagliano contro il cielo come scheletri di una civiltà scomparsa, eppure ancora vive. Il parco è parte dell’Appia Antica e si estende per chilometri, offrendo un mix perfetto tra archeologia e natura, ideale per passeggiate, picnic o momenti di silenziosa contemplazione.
La Piccola Londra – un angolo british nel cuore di Roma
In una tranquilla traversa di Via Flaminia, poco distante dal vivace quartiere Parioli, si apre una strada che sembra teletrasportare in un’altra città. Si tratta della Piccola Londra, un vialetto lastricato, chiuso al traffico, fiancheggiato da villini color pastello con cancelli in ferro battuto, porticine eleganti e lampioni in stile vittoriano.
Questo singolare scorcio britannico nacque all’inizio del Novecento su iniziativa del sindaco Ernesto Nathan, inglese di nascita, che volle importare a Roma un modello residenziale anglosassone. Doveva essere un esperimento urbanistico moderno e raffinato, e il risultato è ancora oggi sorprendente.
Passeggiarvi regala un senso di piacevole straniamento: sembra di trovarsi a Notting Hill, ma con la luce romana.
Il Roseto Comunale – bellezza effimera con vista su Roma
Sul colle Aventino, a due passi dal Giardino degli Aranci, il Roseto Comunale è uno dei giardini più suggestivi di Roma.
L’area che lo ospita ha una storia particolare: fino al 1934 era sede dell’antico cimitero ebraico della città, e ancora oggi una stele ne ricorda la presenza. Negli anni Cinquanta fu trasformata in un giardino dedicato esclusivamente alle rose, diventando da allora un punto di riferimento per appassionati, botanici e viaggiatori in cerca di quiete.
Ospita oltre 1.100 varietà di rose provenienti da ogni parte del mondo, in un’esplosione di colori e profumi che cambia di settimana in settimana.
Il Roseto Comunale è aperto in primavera e offre una vista romantica sul Circo Massimo. Un’oasi di calma nel cuore della città, perfetta per una passeggiata anche durante una gita in giornata — magari dopo essere arrivati comodamente con un treno Italo Treno da Milano a Roma.
Oltre al Circo Massimo, dal Roseto è possibile ammirare anche il Palatino con le sue rovine, mentre più in fondo si intravedono il Vittoriano e la cupola del Campidoglio.
La Cripta dei Cappuccini in Via Veneto – macabro, spirituale, indimenticabile
A pochi passi dalla mondana Via Veneto, tra hotel di lusso e caffè eleganti, si cela uno dei luoghi più inquietanti e affascinanti di Roma: la Cripta dei Cappuccini. Situata sotto la chiesa di Santa Maria della Concezione, questa cripta ospita le ossa di circa 4.000 frati cappuccini, disposte in complesse composizioni decorative.
Teschi, femori, vertebre e scapole diventano motivi architettonici: lampadari, cornici, rosoni. Un macabro barocco che sorprende e interroga. La scritta all’ingresso – “Quello che voi siete, noi eravamo; quello che noi siamo, voi sarete” – non lascia spazio all’equivoco: qui si riflette sulla vita, sulla morte e sul tempo che scorre.
Si tratta di una tappa indimenticabile, dove il raccoglimento convive con la meraviglia, e l’orrore con l’arte. Un viaggio spirituale e visivo che lascia il segno, invitando a guardare oltre le apparenze, anche nella città più eterna di tutte.
Un nuovo modo di vedere Roma
Roma offre molto più di quello che si vede a prima vista. Chi decide di andare oltre i luoghi più noti scopre una città diversa, fatta di spazi insoliti, atmosfere inaspettate, dettagli che non rientrano nelle immagini più conosciute. Sono luoghi che non cercano attenzione, ma la meritano.
Esplorare Roma con uno spirito nuovo vuol dire cambiare passo. Non seguire un itinerario, ma lasciarsi guidare dalla curiosità. Fermarsi dove nessuno si ferma, voltare l’angolo invece di andare dritto, entrare in un cortile senza sapere cosa c’è dietro.
È così che Roma si lascia scoprire davvero: non tutta insieme, ma un frammento alla volta.
E ogni frammento, a modo suo, vale il viaggio.
Immagine di copertina – Photo © Francesca Turchi
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