Il Castello dei Vicari a Lari

Il mio tour dei castelli in Toscana prosegue con il Castello dei Vicari di Lari. Dopo la visita al castello Malaspina di Fosdinovo ho deciso di proseguire il mio itinerario alla scoperta dei castelli di Pisa e dintorni con una visita al Castello di Lari a Casciana Terme.

Cosa vedere a Lari: il Castello dei Vicari

Lari è un piccolo borgo non molto lontano da Pisa. E’ facilmente raggiungibile percorrendo la FI-PI-LI in direzione Firenze con uscita a Pontedera-Ponsacco. La piccola città medioevale dista infatti solo una decina di chilometri dall’uscita della superstrada.

Il nome “Lari” deriva dal latino larix, ovvero l’albero di larice. La prima testimonianza scritta risale al 9° secolo d.C.

Nel Medioevo Lari fu conquistata dalla Repubblica Marinara di Pisa. Nel 1220 i nobili del posto, la famiglia degli Upezzinghi, organizzarono alcune rivolte contro la Repubblica di Pisa ma furono sconfitti e cacciati dalla città. Nel 1406 il borgo di Lari entrò a far parte dei possedimenti della Repubblica di Firenze. La Toscana venne divisa in vicariati e Lari, oltre a diventare “castello dei Vicari“, venne adibita a carcere. Nel 1848 il Vicariato venne soppresso e Lari venne annessa al Regno d’Italia: l’intero castello venne tappezzato con stemmi della famiglia Savoia.

Lari è stata considerata per molti secoli “capoluogo delle Colline Pisane” in quanto importante centro politico, amministrativo e agricolo. La città è di insediamento etrusco. Durante gli scavi effettuati durante i secoli passati sono stati rinvenuti numerosi reperti appartenenti al popolo etrusco, oltre che a quello romano. Tra i reperti più interessanti vi sono le pietre sepolcrali usate poi nel Medioevo come para-carri.

castello di lari
Photo © Francesca Turchi

Visitare il Castello di Lari: informazioni utili

Una volta entrati nel piccolo centro storico, raggiungere il Castello di Lari è molto semplice. L’imponente fortezza si innalza al centro del borgo medievale. L’accesso al castello si ha attraverso un’ampia scalinata in pietra che giunge fino alla porta di ingresso della fortezza dalla quale si accede ad un ampio piazzale adiacente alla struttura del castello.

Di seguito, le parti visitabili del Castello dei Vicari a Lari.

L’atrio

E’ costituito da uno spiazzo rettangolare nel quale si trovano la cappella della Vergine e la cisterna dell’acqua e dal quale si possono ammirare le pareti esterne del castello di Lari sulle quali si trovano numerosi stemmi realizzati dai Della Robbia.

Castello di Lari
Photo © Francesca Turchi

La cappella castellare consacrata alla Vergine

E’ una piccola cappella che si trova nell’atrio centrale. Al lato esterno sinistro si trovano 5 celle che, in passato, venivano utilizzate affinchè i condannati potessero rivolgere le loro preghiere rivolgendosi verso l’altare della Madonna.

La cisterna dell’acqua

Sempre nell’atrio si trova un pozzo che aveva il compito di convogliare tutta l’acqua raccolta dalle grondaie del castello.

Il tribunale

E’ una grande sala nella quale venivano eseguite le sentenza riguardanti i condannati tenuti nelle carceri del castello. Fino al 1970 nella sala del tribunale si trovava la gabbia degli imputati.

Il salone dei tormenti

In passato era adibito a stanza di tortura per i condannati. Le pareti del salone sono in parte ricoperte da dipinti raffiguranti stemmi nobiliari (tra cui quello della famiglia Pitti e degli Strozzi) e dal dipinto della Madonna davanti alla quale i condannati dovevano chiedere perdono. Nel 1786 Piero Leopoldo di Toscana abolì la pena di morte e il salone dei tormenti fu quindi adibito ad altra funzione, quella di ingresso del castello.

castello lari
Photo © Francesca Turchi

La cancelleria

In questa sala il cancelliere, nobile fiorentino, amministrava il territorio e raccoglieva le sentenze. L’ultimo ad aver posseduto questo titolo fu Annibale Badalassi.

Le segrete del castello

Vi si accede attraverso un tunnel in fondo al quale si scorge un piccolo spazio nel quale  venivano condotti i prigionieri i quali erano costretti a restarvi per una durata di 2 settimane.

Castello di Lari
Photo © Francesca Turchi

La sala dell’inquisizione

In questa sala i criminali venivano processati dinnanzi a un giudice. Nei casi in cui l’interrogato non confessasse, questo veniva sottoposto a  tortura.

La sala delle armi

Una vasta zona al primo piano del castello, un tempo adibito a celle per i carcerati, è oggi allestita con decine e decine di armi utilizzate nel corso dei secoli.

Le carceri

Dismesse negli anni venti del secolo scorso, le carceri erano divide in due sezioni, civile e criminale. Nella sezione civile venivano rinchiusi coloro che avevano commesso un reato che andava contro le leggi dello stato. Nella sezione criminale, invece, erano rinchiusi gli assassini e i ladri. Questi ultimi, ammassati in celle comuni, non avevano la possibilità di uscire fino allo scadere del termine della loro pena. Per i bisogni corporali essi potevano utilizzare dei secchi chiamati buglioli, riposti in un piccolo scomparto all’interno delle celle.

Una curiosità interessante è quella che riguarda le porte delle celle. Queste, infatti, non sono mai state sostituite: sono dunque dei reperti originali. A dimostrazione di ciò, su ciascuna porta si possono trovare frasi o messaggi scritti lasciati dai prigionieri.

Castello di Lari
Photo © Francesca Turchi

Castello di Lari: storie di fantasmi

Come ogni castello medioevale anche il castello di Lari ha le sue storie e leggende di fantasmi. Il fantasma in questione sembra sia quello di Giovanni Princi, detto Rosso della Paola, per il suo schieramento politico. Nel 1922, in pieno regime fascista, Princi tentò di entrare ad una festa per la quale non aveva l’autorizzazione. Per questo venne arrestato, condotto nelle carceri civili del castello di Lari e interrogato. La mattina del 16 dicembre 1922 il Rosso della Paola venne ritrovato morto, apparentemente suicida, impiccato alle sbarre della finestra della propria cella, la numero 5.

Secondo la leggenda lo spirito del Rosso della Paola si manifesta nelle notti tra il 15 e il 16 dicembre, notte della sua morte, raccontando gli accadimenti che lo hanno portato alla morte e smentendo il suicidio. Sembra infatti che Princi sia stato assassinato dai suoi carcerieri che, durante gli interrogatori, lo avevano colpito più e più volte portandolo alla morte e in seguito avevano inscenato il suo suicidio.

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
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