Quella volta che ho fatto un visto per l’India che non userò mai

“Ho fatto un visto per l’India che non userò mai”.
A questo pensavo l’altra sera mentre mi ripromettevo che questo è solo un viaggio rimandato, che riorganizzerò presto ma che adesso non potrò fare. Purtroppo.

Perché viaggiare ai tempi del Coronavirus è impensabile.

E proprio di questo voglio parlarvi oggi legandomi al mio viaggio in India andato a farsi benedire a causa del COVID-19 e di tutto ciò che ruota intorno a questo virus che ha scatenato una vera e propria psicosi da pandemia.

In questi giorni il mondo del Travel è stravolto. Non saprei quale altro termine potrebbe spiegare meglio la situazione che stiamo vivendo, tutti noi: dai viaggiatori ai tour operator, dalle strutture alberghiere alle aziende fino alle singole destinazioni turistiche.

Viviamo in un mondo digitale fatto di fake news che circolano alla velocità di una catena di Sant’Antonio su Whatsapp. E io sono arrabbiata, triste e stanca. Soprattutto stanca perché sono giorni che sto provando a capire come gestire al meglio l’annullamento del mio viaggio in India e avere i dovuti rimborsi. Ma la cosa non è affatto semplice.
Anzi, è un vero e proprio caos.

Ho sempre pensato che per aprir bocca È NECESSARIO SAPERE CIÒ DI CUI SI STA PARLANDO, specialmente se si vuole avere ragione. Mi piace vincere facile? No. Semplicemente mi piace sapere che se ho le carte giuste per vincere devo giocarle bene.

Pertanto in questi giorni ho approfondito alcune dinamiche che non conoscevo bene, ho chiesto a chi di competenza o a chi ne sa più di me e ho agito. Molti aggiornamenti li ho pubblicati nelle mie Stories su Instagram pensando che tutto quello che stavo facendo non lo facevo solo per il mio viaggio annullato ma anche per aiutare altri viaggiatori che sono nella mia stessa situazione tra viaggi cancellati, voli soppressi, visti negati, rimborsi voli, rimborsi da tour operator, compagnie aeree da chiamare per cancellare le prenotazioni e call center che tengono in attesa per un tempo incommensurabile.

Forse tutto quello che sto facendo non porterà a niente ma almeno potrò dire di averci provato e di aver dato il tutto e per tutto. E la stessa cosa potete farla voi.

Credo fermamente che l’unione fa la forza e che insieme possiamo fare molto più che singolarmente, quindi mi auguro che questo articolo vi sia utile. Di seguito vi riporto tutte le informazioni che ho raccolto e che mi hanno fatto andare avanti in questa battaglia.

RIMBORSO VOLI: IL COMUNICATO ENAC

Al fine di limitare l’espansione del Covid19, il 4 Marzo 2020 l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ha rilasciato una comunicazione relativa ai rimborsi sulla cancellazione dei voli da parte delle compagnie aeree a causa delle restrizioni sull’accesso di passeggeri provenienti dall’Italia in alcuni Paesi (tra cui l’India, appunto).

Questo in parole povere significa che chi non può partire per il Paese con restrizioni può cancellare la propria prenotazione e richiedere il rimborso del volo. Questo è un caso eccezionale rispetto alle disposizioni imposte nei cosiddetti casi di “forza maggiore” in cui, per avere il rimborso, il volo deve esser stato cancellato.

I viaggiatori che rientrano in questa casistica hanno quindi diritto al rimborso del 100% del prezzo del biglietto da parte della compagnia aerea. Il rimborso deve essere gestito dal vettore o dall’eventuale rivenditore tramite cui è avvenuto l’acquisto dei biglietti aerei.

ALITALIA E I RIMBORSI

Per il mio viaggio in India avrei dovuto volare con Alitalia.
La policy della compagnia aerea in questa situazione è stata molto confusionaria. Sul sito della compagnia si legge che Alitalia rimborsa i clienti tramite voucher, anche coloro che erano clienti di agenzie e rivenditori.

Posso però dirvi che in questi giorni ho chiamato più volte il numero verde 800 650 005 e ho parlato personalmente con vari operatori Alitalia che mi hanno SEMPRE CONFERMATO che mi spettava un rimborso 100% (niente voucher).

I RIVENDITORI DI VOLI

Per i nostri voli per l’India io e le mie amiche non avevamo prenotato sul sito di Alitalia ma avevamo fatto due prenotazioni aeree: una sul rivenditore Airfinder e una su lol.travel.

Notate bene quindi: se anche voi non avete prenotato direttamente sul sito della compagnia aerea ma avete prenotato i biglietti aerei sul sito di un rivenditore la situazione è ben diversa da quella spiegata sopra.

In questo caso (che è stato anche il mio) dovrete contattare il rivenditore e chiedere a lui la cancellazione del vostro volo e il rimborso totale. Però aspettatevi una fee di gestione della pratica da parte loro (nel caso di Airfinder è di 15 euro).

E qui apro una parentesi: i rivenditori, odi et amo dei viaggiatori.
C’è chi li preferisce perché spesso hanno prezzi migliori rispetto al sito della compagnia aerea e c’è chi li odia perché, essendo intermediari, a volte qualcosa può andare storto e in quel caso l’assistenza può risultare complicata. Negli anni varie volte mi è capitato di prenotare su questi siti e tutto è sempre andato bene, fino a oggi.

Ricapitolando: la cancellazione e il rimborso della prenotazione è responsabilità del rivenditore. Il biglietto aereo si acquista e si paga sul sito del rivenditore e non tramite la compagnia aerea, pertanto è di competenza del rivenditore cancellare la prenotazione e predisporre il rimborso.

Io al momento sono in attesa dei rimborsi, che avranno tempi piuttosto lunghi. Vi aggiornerò in merito non appena avrò notizie.

IL TOUR OPERATOR NON VIOLE RIMBORSARE

Premessa: per il mio viaggio di 7 giorni in India io e le mie compagne di viaggio ci siamo affidate ad un TO indiano travelasvolunteer.org che si sarebbe occupato di tutto, dagli hotel ai transfer (volo escluso). L’intero viaggio è stato saldato da tutte noi a fine gennaio.

Sfortunatamente il 3 Marzo 2020 il sito viaggiaresicuri.it della Farnesina (Ministero degli Affari Esteri Italiano) ha rilasciato la comunicazione che il Governo Indiano ha sospeso i visti e bloccato l’ingresso agli italiani.

Quel giorno ho immediatamente scritto una email al tour operator per informarli della situazione (della quale avrebbero dovuto comunque essere al corrente) facendo presente che i nostri visti turistici erano sospesi e quindi non potevamo partire. O meglio: non ci avrebbero fatto entrare in India. Impossibilitate a fare questo viaggio, ed essendo questa una causa di forza maggiore, non dipendendo da noi ma da disposizioni imposte dal Governo Indiano, ho richiesto il rimborso del pagamento.

Le risposte ricevute dal tour operator sono state un mix tra menefreghismo, spallucce e “da nostra policy di cancellazione in nessun caso noi rimborsiamo“.

Capendo che la situazione poteva essere o un mero “lasciamo perdere tanto non si cava un ragno dal buco” oppure un “devo capire se c’è una giusta strada da perseguire” ho scandagliato qualsiasi mia competenza e conoscenza per riuscire a capire come muovermi. Molti amici e contatti che lavorano nel settore del Travel si sono adoperati per aiutarmi (vi ringrazio nuovamente, tutti quanti) e alla fine ho deciso che la strada migliore da perseguire poteva essere quella suggerita da uno di loro.

Cosa ho fatto?
Ho inviato una mail riepilogativa dettagliatissima – in inglese ovviamente – dove ho spiegato tutto l’accaduto e dove, per fornire una panoramica completa dell’intera situazione, ho collezionato i link alle comunicazioni ufficiali tra cui quello del Governo Indiano e del Ministero della Salute in India. Link rigorosamente in lingua inglese perché il sito della Farnesina è solo in italiano mentre quello dell’Ambasciata non è aggiornato e tradotto dall’italiano all’inglese.

Ho inviato la suddetta mail al tour operator indiano mettendo in copia conoscenza il Ministero del Turismo Indiano, l’Ambasciata Italiana in India e l’Ambasciata Indiana in Italia.

La risposta ricevuta dal tour operator a tale mail è stata: “If you couldn’t come then, this is not our problem”. Alla quale io – basita – ho risposto: “I consider your reply an offense for all this disastrous situation that is happening all over the world, as if you lived in another reality!”.

Ad oggi ahimè nessuna risposta, da nessuno.
E credo che mai la riceverò. Ma come ho premesso, posso almeno dire di aver fatto tutto il necessario.

Mi auguro che tutto si risolva per il meglio, per tutti e nell’interesse di tutti. Perché non sono l’unica: in tanti mi avete scritto sui social raccontandomi situazioni e casistiche analoghe di viaggi annullati, voli cancellati, rivenditori che ignorano le richieste di rimborso, chiedendomi cosa potete fare. Pertanto spero che questo articolo e gli aggiornamenti continui che ho pubblicato sul mio account Instagram vi siano di aiuto.

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Francesca Turchihttps://www.travelstales.it/
Travel Blogger, Social Media Strategist, Web Content Writer & much more since 2009.

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