Sei di Pisa se: vocabolario pisano-italiano

Da buona Pisana DOC parlo pisano e ho sempre pensato che il toscano, e più precisamente il pisano, fosse un dialetto facilmente comprensibile a tutta la popolazione italiana. E invece no. Nel corso degli anni, soprattutto relazionandomi con molte persone durante i miei viaggi o progetti di lavoro, ho scoperto che termini che per me sono all’ordine del giorno, anche i più comuni, per gli altri sono arabo.

Così ho deciso di scrivere un articolo dedicato al vocabolario pisano-italiano. Una lista di modi di dire pisani che spero diventi sempre più ricca grazie all’aiuto di voi amici e lettori pisani.

Intanto buona lettura e, se mentre scorrete la lista vi vengono in mente parole in dialetto toscano e pisano che ho dimenticato, lasciatemi un commento.


Ciao, sono Francesca. Pisana, classe 1983, Travel Blogger dal 2009. Ho visitato il mondo in lungo e in largo ma credo che nessun posto sia bello come la mia Toscana. In questo blog parlo di viaggi da oltre 15 anni, con un occhio di riguardo per la mia meravigliosa regione e la mia città.


Dialetto pisano e modi di dire pisani

A

(FARE) A BRICINO

ACCICCIOLATO: spiegazzato. Si dice soprattutto riferito ai vestiti, quando invece di piegarli vengono spiegazzati o ci si fa una palla. Es. “O perché hai messo lì i vestiti tutti acciciolati? Dé ma un c’avevo voglia di piegalli“.

ARADINO: piccola radio a transistor per stadio.

A BIRIUCCI (A BIRIUCCO, A BIRIUSCI o A BIRIBICCI): portare qualcuno sulle spalle.

A TUTTO BORDONE: a volume molto alto.

A TUTTO SDEO: senza limite, senza fine. Es. ‎“È piccantissimo, peperoncino a tutto sdeo!”. Variante: A TUTTO FO’O.

ABBESTIA: tanto, tantissimo. Es. “Mi piace abbestia!”. Variante: ADDUMILA.

ABBORACIATO: agg. fatto in fretta e male.

ACCOMODARE: aggiustare qualcosa che si è rotto o non funziona. Es. “Hai accomodato la ruota della bici?“.

ACQUAIO: lavello per piatti. Es. “Rigovernare all’acquaio” = fare i piatti.

ACQUETTA: è la candeggina.

AGGAIARSI: arrabbiarsi.

AGGANGHIRE: accanirsi ma anche avere un forse bisogno o desiderio di qualcosa. Es. “Agganghì dalla sete”.

AGGEGGIO (da cui AGGEGGIARE/AGGEGGINO): una cosa, una roba o anche un marchingegno; come verbo significa avere sempre le mani occupate a fare qualcosa. Es. “Il mi’ figliolo sta sempre ad aggeggiare coi colori, diventerà un artista”.

AGGROVIGLIOLATO: si dice di qualcosa abbastanza aggrovigliato.

ALLAPITARE: emanare una puzza spaventosa (vedi AVELLARE).

ALLEGHIRE: si dice riferito ai denti quando stridono tra loro.

ALLEZZITO: sporco, sudicio.

ALTRO: no. Es. dal salumiere: “Serve altro?” -“No grazie, apposto così”.

AMMODO (o AMMODINO): riferito a una cosa fatta per bene, o anche come aggettivo/esclamazione Es. “Oggi ho cucinato una pasta veramente ammodo” o “Fai ammodo allora, ci becchiamo domani”.

ANTEPÀTIA: agg. antipatica.

APPANNATO: si dice di persona “rivestita di panni” quindi grossa, massiccia, abbondante.

APPIETTO: essere fuori luogo con cognizione di causa. Es. “Ma parli appietto!”.

APPUNTINO: temperino per le matite.

ARBAGIE: avere l’arbagie significa chiedere cose impossibili. Es. “Te le faccio passà io l’arbagie!“.

ARIBORDA: (vedi BORDA).

ARRABATTARSI: arrangiarsi, darsi da fare.

ARRIVA’ A BABBO MORTO: arrivare quando è decisamente troppo tardi.

ASCIUGATI/ARREGGITI: sono tutti inviti ironici a riposarsi dopo un presunto sforzo. Es. “Certo che ho fatto le faccende in casa, ho spolverato“. “Deh asciugati!”.

ASCIUGHINO: telo o canovaccio per usi di cucina.

ASSERBARE: conservare, tenere in serbo.

ATTRASSO: donna appariscente ma ridicola.

AVELLARE: emanare cattivo odore (si dice di persona). Es. ‎“Puzzi avelli!“.

AVERLA AVUTA: essere all’estremo di qualcosa, subire qualcosa come una malattia o una rottura di scatole. Es. “Ieri son stata tutto il giorno nella pioggia e l’ho avuta” o “Luilì beve così tanto che ormai l’ha avuta”.

B

BACCAGLIARE: corteggiare, andare dietro a qualcuno. Si utilizza soprattutto in un contesto giovanile.

BACCELLONE: si dice di personaggio grande, grosso e cog**one.

BAI: acetoni (malessere dei bambini). Es. “Ir mi bimbo c’ha bai”.

BADA: significa “Stai attento a cosa fai!”. Si dice soprattutto ai bambini per non fargli fare qualcosa.

BALLETTARE: muoversi di continuo (es. se ti scappa la pipì o il bagno è occupato).

BALLETTO: vuol dire subito, in un attimo. Es: “Dammi una mano a spostare quelle piante, in due si fa in un balletto (o due balletti o tre balletti)”

BANFE: caldane. Es. “Badalì, vel botro c’ha le banfe!”.

BAOTENIA: ovvero “baco tenia”, verme solitario.

BARDATO: agg. Essere ben vestito, imbacuccato. Es. “C’era un freddo pipone, ma mi son bardato bene bene“.

BAZZA: mento.

BECCARE: rimorchiare una ragazza.

BECCO: agg. Se sei becco sei cornuto.

BECIO: lombrico.

BELLINO: carino. Si dice di cose e persone. Esclamazione tipica pisana: “Senti bellino!”.

BIMBO/A: si dice per rivolgersi a una persona da 0 a 100 anni.

BISCHERO: in pisano ha un doppio significato. Si chiamano bischeri i bordi appuntiti della tipica torta co’ bischeri di Pontasserchio ma si dice anche di un soggetto ingenuo e un po’ stupidotto. Es. “Oh bischero” (vedi GRULLO).

BODDA: rospo grasso.

BOMPRÒ: rutto, più tipicamente è riferito al ruttino dei bambini.

BOIA: esclamazione tipicamente toscana il cui significato è “Cavolo!” / “Caspita!“. “Boia dé” è la quintessenza della livornesità, ma anche in pisano si usa parecchio. Usato anche nella forma “io boia” come intercalare rafforzativo.

BORDA (o ARIBORDA o TONFA): interiezione per enfatizzare un concetto, sta per “Ancora!” come risposta sarcastica a qualcosa che si verifica per l’ennesima volta. Es. “Stamani mamma m’ha brontolato” – “Borda!”. Variante: “Tonfa panaia!”.

BOTRO: fango.

BOTTINO: pozzo nero, cacca. Da qui l’espressione “Siamo nel bottino”.

BOTRILLO: donna particolarmente brutta.

BOZZI: pozzanghere.

BOZZIGO: grasso.

BRASARE: eliminare, cancellare. Solitamente si usa parlando di una lista di cose e/o persone. Es. “L’hai comprato il latte? Allora brasalo dalla lista della spesa!”.

BRISCOLA: botta, colpo. Es. “Boia che briscola che m’hai dato!” (vedi BRISCOLARE).

BRISCOLARE: picchiare, menare. Es. “Quando torna tu pa’ ti briscola”.

BRODO: si dice di persona che compie un atto stupido o che si lascia infinocchiare. Es. “Ti sei fatto passare avanti popo’ di brodo!”. Simile a locco/torsolo/tamburo.

BRONTOLARE: sgridare, rimproverare. Es. “Mamma mi ha brontolato perché mi sono sporcato giocando”.

BUBBOLARE: lamentarsi. Es. “Ma cosa bubboli?”.

BUCARE (o BUARE): se lo studente pisano non va a scuola “bua”.

BUDELLO: (vedi TEGAME).

BULLETTA: chiodo.

BUGGERARE: prendere in giro.

BUO PUNZONI (BUO PILLONZI o BUO RITTO): a chiappe all’insù.

BUSSOLO: bidone. Ad es. i bidoni della spazzatura per un pisano sono dei bussoli.

BUZZO (O BUZZA): pancia.

C

CAATA: cacca, o riferito a persona  e usato come aggettivo. Es. “Popò di caata che non sei altro”.

CALDARE (o CARDANE): vampe di calore tipiche di donne in menopausa.

CALDANO: vaso di terracotta con manico per metterci la brace per scaldarsi i piedi e da agganciare al TRABICCOLO.

CANAIO: confusione.

CANE DELLE BERVE: tipica imprecazione.

CANNELLA: rubinetto. Es. “Non bere dalla cannella, non è potabile!”.

CANTERA: cassetto.

CANTERO: vaso da notte.

CANTERALE: cassettone, mobile a cassetti.

CAPITOMBOLO: caduta. Es. “Vai piano sulle scale sennò fai un bel capitombolo!”.

CAPPELLATA: stupidata. Es. “Hai fatto una cappellata!”.

CARCAGNO: tallone.

CARDEO: zitellotto attempato.

CARROZZINE: attrazioni del luna park in senso generico. Es: “Si va alle carrozzine alla fiera a San Casciano

CARTELLA: la cartella è lo zaino dei bambini usato per andare a scuola.

CARZEROTTI: calzini.

CATROZZOLO: piccola particella di qualcosa. Es. “Ho fatto il pane è m’è avanzato un catrozzolo di pasta per un panino”.

CECCIA: in pisano mettersi “a ceccia” significa sedersi, mettersi seduti.

CECINA: è un tipico piatto della tradizione pisana, ossia la farinata di ceci.

CEE: sono le nascite delle anguille. Erano uno dei piatti pisani più tipici ma da anni ne è vietata la pesca.

CENCIO: straccio per pulire i pavimenti. Dare il cencio = lavare il pavimento.

CHETARE (o CHETARSI): Zittire / stare zitto. Es. “Chetati!” = “Stai un po’ zitto!”.

CHIATTONE: si dice di persona bassa e grassa.

CHICCO: dolcetto.

CHIORBA: testa.

CIACCIARE: darsi da fare in qualcosa. Il “ciaccione” è colui che si affaccenda a fare cose solitamente non richieste. Es. “Ma cosa ciacci? Chi ti ha chiesto di farlo?.

CIACCINI: cose fate in modo un po’ approssimato, dai bimbi.

CIAFFATA: ceffone, schiaffo.

CIAMBRANA: imbotte della porta.

CIAMBROTTA: misto di verdure, ratatouille.

CIANCIU(C)ATO: sgualcito.

CICALINI: brigidini.

CIGLIERE: stanza o portico con accesso esterno, dalla corte o aia, pavimento in terra e funzione tipo cantina.

CIGNALE: cinghiale. Si dice anche di una persona dai modi bruschi di corporatura possente poco curato nel viso.

CIONCO: si dice di cosa e/o persona storpia.

CINGOMMA (o CIRINGOMMA): gomma da masticare, chewing gum

CIOTTOLI: piatti (e non solo) da lavare. Il pisano “rigoverna i ciottoli all’acquaio”.

CIUCCIONE: è un bacio dato bene con la lingua.

CIUCCO: scemo.

CIUINI: chiocciole (di terra).

CIUO: asino.

CHIATTO: grasso.

CHIORBA (o CHIORBONE): testa. Es. “Sei un chiorbone” / “Hai la testa dura come le pine verdi“.

COLLO: espressione pisana “In collo” = “in braccio”. Es. “Prendere il bimbo in collo”.

COLTELLA (o CURTELLA): coltello.

COLTRONE: coperta (o maglione) di cotone imbottito o di lana pesante, grosso e caldo.

CONIGLIOLO: coniglio. A Calci è chiamato anche CUNIGLIOLO.

CORBELLI: palle e/o cogl**ni. Es. “Quello lì mi stà sui corbelli”, “Ne ho i corbelli pieni”.

CULONIA: il pisano lo dice riferendosi ad un luogo generico lontanissimo, da dove ci si trova o da dove si dovrebbe andare. Es: “Non c’è mai posto per venì alla Luminara, ho trovato parcheggio in culonia!“.

D

DESCOLINO: gracile, deboluccio.

DESINARE: pranzare.

DIACCIO (o DIACCIO MARMATO): freddo. Es. “L’acqua è diaccia marmata“.

DIANSI: prima.

DIATTO: a mala pena, è già abbastanza se. Es. “Con quello ‘he prende a lavorà c’ha diatto se arriva a fine mese!”

DIMÓRTO: molto, abbastanza. Es. “Boia questa torta di garba di mòrto!”.

DINOCCOLATO: si dice di persona particolarmente alta, secca, storta che cammina tutta cionca.

DIREZZOLA: scopa dal manico molto lungo che serve a togliere le ragnatele sulle pareti in alto.

DISCORRERE: sentenziare, litigare. Es. “Quei due è tutto ir giorno che discorrono (anzi, discorrAno).

DRUSO: a Pisa viene chiamato così lo studente fuori sede (meridionale).

E

ECCEOMO: sanguinante, ferito.

(FARE COSE A) ERPIO: fare cose fatte male.

F

FAGOTTATA: una bella quantità, quasi eccessiva. Es. “Ho chiesto un po’ di ciliegie al fruttivendolo, me n’ha date ‘na fagottata e ho speso uno stonfo!”.

FARDA: donna che si trucca troppo, come una prostituta. Es. in discoteca: “Boia hai visto che farda è quella lì?”.

FARE FESTA: modo di dire che sta a significare “finire”. Es. “Per oggi faccio festa” = “Finisco di lavorare”.

FETTUNTA: bruschetta con l’olio.

FILANCIANO: filo metallico.

FIO / FIA: agg. si dice di ragazzo o ragazza di bella presenza. Es. “Com’è fio lui!”. Oppure ragazzo/ragazza intesi come fidanzato/fidanzata. Es. “Il mi’ fio / La mi’ fia”.

FIOSO: persona che si lamenta a sproposito. Es. “Falla finita, sei proprio fìoso!“.

FISCHIONE: spinello.

FISTOLA: sistola, il tubo per annaffiare le piante.

FOATA (o STRINATA): quando il pisano prende troppo sole al mare prende la foata o una bella strinata.

FOGGIANO/FOGGIANATA o tamarro/tamarrata. Es. “Ti sei vestito proprio foggiano oggi” o “O che foggianata di macchina hai preso?“.

FOTTÌO: tanto (di qualcosa). Es. Una folla è fatta da un fottio di persone.

FRATE: è la ciambella, quella che trovi alle sagre, fritta e ricoperta di zucchero.

FRIGNOLI: brufoli.

FRÍTTE: usato per indicare qualsiasi insetticida spray.

FRITTELLA: focaccia in teglia unta.

FRUGARSI: rovistare nelle proprie tasche in cerca di qualcosa. Solitamente si associa ai soldi, es. “Stasera offri te? Allora frugati!”.

FRULLINO: decespugliatore di erbacce.

FURIA: fretta. In gergo “Avere furia”. es. “Nini un mi mette furia!“.

G

GABBARE: fregare. Es. gabbare il sistema.

GABINA: cabina al mare.

GAINO: piede di porco, leva (vedi SGAINARE).

GAÌRE: morire. Es. “Quel pover’omo è gaìto in un incidente”.

GALLACCIO: variante di GANZO ma con un’accezione dispregiativa. “Sei un gallaccio!“.

GANGHERI: sono i cardini delle porte. Tipicamente in pisano si usa l’espressione “Uscire fuori dai gangheri” per dire “Andare fuori di testa” / “Arrabbiarsi”.

GANZO: aggettivo riferito a persone o cose con accezione positiva. Si dice di persona brava, simpatica, in gamba: Es. “Sei un tipo ganzo!“. Inoltre si dice anche di cosa bella o interessante: Es. “Ganza ‘sta cosa!“. Come sostantivo il significato invece è quello di amante. Es. “Ahhh Maria c’ha il ganzo!

GANZIALE: versione molto 90’s dell’aggettivo GANZO.

GARRINO: sputo catarroso.

GATTA PELOSA: sono le processionarie.

GAO: noto intercalare tipico della campagna pisana. Espressione tipica: “Gao bellino!”

GAGHERO: bulletto; sinonimo di GANZO.

GARBARE: piacere. Es. “Questi occhiali mi garbano parecchio!”.

GAVORCHIO: solitamente si dice di ragazza affatto attraente (diciamo pure brutta!) e grassoccia.

GEPPINO: è il Settebello quando si gioca a scopa.

GHIACCIAINA: borsa frigo.

GHIACCIO (o DIACCIO): freddo, non ghiacciato. Es. “Oggi la situazione è ghiaccina eh!” o “Boia com’è ghiaccia l’acqua del frigo” o “L’acqua è diaccia marmata“.

GHIGOLE: grattini.

GHIOZZO: agg. usato soprattutto per indicare persona rustica e poco adatta alla situazione. Es. “Sei un ghiozzo!“. Variante: ghiozzo di bua o ghiozzo di padule.

GIACCHETTATA: si dice di una cosa semplice da eseguire.

GNOCCARE: da “prendere lo GNOCCO” ossia impermalirsi, arrabbiarsi, perdere il nervoso. Es. “‘Un mi fa gnoccà!’”, “‘Un mi fa prende lo gnocco” = non mi fare arrabbiare.

GOBBO: è il Jack quando giochi a carte.

GOCCIO (o GRONDO): significa “poco”, riferito solitamente ad un liquido. Es. “Dammi un goccio di vino” o “Mettici un grondo d’olio”.

GOLLINO (o GOLINO): colpo dato alla gola. Es. “Se un la smetti ti tiro un golino“.

GOMMINO: elastico per i capelli.

GOTE: guance.

GOVONE: si dice di persona robusta. Es. “Lelì pare un govone!“.

GOZZATA: sorsata vigorosa.

GOZZO: pozzanghera (se pronunciato con la o aperta) e pomo d’Adamo (con la o chiusa).

GRANATA: scopa per spazzare.

GREBANO: aggettivo. “Sei un grebano“. Si dice per lo più ai bambini se fanno qualcosa di