Di ritorno dal mio viaggio a Innsbruck ho molte cose da raccontarvi, ma prima di scrivere degli articoli con consigli di viaggio vi voglio raccontare la mia prima giornata tra Austria e Germania, una vera epopea in cui me ne son successe di tutti i colori. Una sfiga pazzesca! Ma io e le mie compagne di viaggio nonostante ce ne succedesse una dopo l’altra ci siamo divertite da matte e quindi voglio raccontarvi cosa ci è capitato.
Sfiga in viaggio: 8 disavventure del mio viaggio tragicomico
Parto col sottolineare un piccolo dettaglio: siamo partite per Innsbruck in treno da Firenze la sera di venerdì 17. Già questo non prometteva bene!
1° sfiga: sfrattate dall’hotel
Dopo un viaggio in Euronight siamo arrivate nella capitale delle Alpi alle 4.30 di mattina con l’idea di andare in hotel a lasciare i bagagli e metterci subito in viaggio per raggiungere in treno il Castello di Neuschwanstein in Baviera.
Arriviamo nel nostro hotel Best Western verso le 4.30 del mattino. Dopo aver mandato una mail all’albergo nella quale avvertivo che saremmo arrivate il mattino prestissimo e avremmo lasciato i bagagli e se possibile riposato nella hall per un paio di ore prima di partire (mail alla quale non ho mai ricevuto risposta) siamo state accolte dal receptionist notturno che ci ha fatto depositare le borse e ci ha invitato ad accomodarci fuori dall’albergo.
L’hotel a quell’ora, anche se con servizio 24h su 24, era chiuso e lui doveva sbrigare delle cose e quindi non poteva “controllare” noi nella hall. Tre ragazze, alle 5 del mattino, stanche e assonnate, ma cosa mai ti avremmo fatto? Dimmelo! Conclusione: alle 5 eravamo di nuovo in stazione e abbiamo fatto i biglietti del treno per arrivare a Reutte, a metà strada tra Innsbruck e il castello di Neuschwanstein.
2° sfiga: slavina sulle rotaie, retro front
Alle 6.38, come da programma, abbiamo preso il treno da Innsbruck in direzione Reutte per poi da lì prendere altri due autobus e arrivare verso le 10 al castello.
Dopo neanche 5 minuti che eravamo sul treno è arrivato il controllore che, guardando il mio biglietto, si è girato verso di me, mi ha fatto cenno di no col capo e in tedesco ha iniziato a dire qualcosa di incomprensibile tra cui la parola “slavinen”.
Ebbene sì, avevo capito bene! Una slavina era caduta sulla linea ferroviaria che conduce a Reutte e quindi il nostro viaggio in treno era pressoché terminato. Ma la soluzione c’era: tornare di nuovo a Innsbruck e, facendo sempre valere il nostro biglietto del treno, prendere due autobus per raggiungere Reutte. E così abbiamo fatto!
3° sfiga: bus “entrato” nella neve
A Reutte ci siamo arrivate, anche se ormai erano le 11, e da lì abbiamo preso un altro bus. A bordo eravamo in 5: io e le mie amiche, Han, un ragazzo di Singapore in viaggio in solitaria che ha vissuto questo nostro viaggio della speranza fino alla fine, e un signore tedesco. Su una strada stretta ci siamo trovati davanti un’auto che non si decideva a fare marcia indietro. Cos’ha fatto allora il guidatore dell’autobus? Mi pare ovvio: ha dato gas ed è entrato interamente con il bus in un metro di neve fresca.
Bloccati. Il bus non andava più né in avanti né in retromarcia.
Qui la situazione è stata a metà tra il tragico e il comico.
L’autista, senza dire niente e lasciando il motore acceso, ha aperto il suo finestrino laterale (tutte le porte ovviamente erano bloccate e non c’erano altri finestrini nel bus) e, sceso per strada, ha iniziato a correre. Noi sul pullman siamo rimasti basiti: ci lasciava lì o andava a chiamare soccorsi? Fiduciosi nella seconda opzione abbiamo iniziato a ridere e sdrammatizzare.
Ci siamo messi a scattare foto alle portiere sommerse di neve, a noi alla guida del bus, a noi completamente allibiti. Poi, dopo circa 20 minuti, abbiamo avvistato una ruspa venirci incontro con a bordo due persone e il nostro guidatore. Ci hanno trainato da dietro e ci hanno fatto uscire dalla neve. Che esperienza! Ma intanto erano le 12.30. Super tardi.
4° sfiga: coincidenza col bus per il castello persa
Dopo l’esperienza tra la neve abbiamo preso un altro bus e finalmente siamo arrivati a Fussen, la cittadina sotto al castello di Neuschwanstein.
Per raggiungere il castello c’è un servizio di navetta a pagamento che passa ogni ora. Indovinate un po’? Era appena passata! Quindi per non perdere altro tempo abbiamo preso un taxi (ah dimenticavo: Han ormai faceva parte della squadra!). Rendendoci conto che erano le ore 13 passate e che non saremmo mai riusciti a riprendere il bus da Fussen alle 15 (ultima corsa per Innsbruck) ho concordato col taxista un prezzo per farci tornare a Innsbruck partendo nel tardo pomeriggio (170 euro, poco più di 40 euro a testa).
5° sfiga: no bus per il castello causa neve
Arrivati in taxi davanti all’Info Center per fare i biglietti per il castello c’era un simpatico volantino che informava: “Oggi non ci sono bus che portano al castello causa neve”. Fantastico! L’alternativa al bus, che non solo era la soluzione più economica ma anche la più veloce, è fare 40 minuti a piedi in salita oppure salire in carrozza trainata da cavalli, a pagamento.
6° sfiga: Ponte di Maria chiuso
Dopo aver ammirato il castello da sotto e visitato le sue stanze interne non vedevo l’ora di salire sul famoso Ponte di Maria per fare delle bellissime foto panoramiche al castello di Neuschwanstein. Quando Han mi informa che “il ponte è chiuso”. Come il ponte è chiuso? Un paio di persone c’erano poco fa, le avevo viste. Eppure mi pareva strano che ce ne fossero solo così poche. Ma poi, perché è chiuso? Semplice: salendo in bus si scende proprio a due passi dal ponte ma salendo a piedi o in carrozza ci si trova nella parte sud del castello e per raggiungere il ponte è necessario passare lungo un sentiero che in inverno, sempre causa neve, è inagibile.
La soluzione sembrava essere una soltanto: scendere a piedi fino a valle e poi salire nuovamente a piedi lungo l’altra strada (quella dei 40 minuti a piedi). Abbiamo impiegato quasi un’ora di tempo a camminare tra i sentieri innevati attorno al castello ma alla fine ecco il risultato: una visuale così non me la sarei persa per niente al mondo!
7° sfiga: 4 ore di fila in taxi per tornare a Innsbruck
Verso le 17 abbiamo chiamato il nostro taxista per rientrare a Innsbruck in un’ora e mezzo (queste le tempistiche standard). Entrati in macchina e viste le nostre facce un po’ stanche e sgomente il taxista ci chiede: “Che vi è successo?“. Gli facciamo un breve sunto di tutta la storia e di tutta risposta lui ci dice: “Non parliamo di queste cose, a me non piacciono gli imprevisti!”. Detto fatto. Appena imboccata l’autostrada abbiamo trovato una fila lunghissima e siamo arrivati a Innsbruck dopo 4 ore, alle 21.
8° sfiga: h.22 cucina chiusa e cena con bretzel e una birra
Di corsa siamo andate a cena in un posto che ci aveva consigliato il nostro amico Han, al Theresien Bräu in centro storico a Innsbruck. Entriamo, chiediamo un tavolo, ci accomodiamo, impieghiamo quei 10 minuti buoni per decidere cosa ci piaceva di più e appena la cameriera arriva a prendere l’ordinazione arriva la frase che fa da ciliegina sulla torta all’intera giornata sfigata: “La cucina è chiusa 6 minuti fa!“.