La prima volta che ho visitato New York è stato per festeggiare il mio 35° compleanno durante un viaggio di 5 giorni nel weekend di Pasqua. Avevo una voglia pazzesca di vedere quella metropoli che mi sembrava quasi di conoscere per tutti i film e le serie TV che vi sono state ambientate e la mia lista di cose da vedere a New York era quasi interminabile. Non sono riuscita a vedere tutto quello che avrei voluto ma ho visto ciò che era (più che) sufficiente per essere la mia prima volta a NY.
Di seguito trovate un ricco e dettagliato itinerario di cosa vedere a New York in 5 giorni – intesi come 4 giornate piene – alla scoperta di Manhattan e Brooklyn. Se come me siete degli amanti della street art per voi c’è anche una sorpresa: scoprirete infatti che in 5 giorni a New York è possibile visitare anche i quartieri di Bushwick e Williamsburg a Brooklyn, famosi per i loro graffiti.
Itinerario New York in 5 giorni + MAPPA
Cosa sapere prima di partire per New York
Una delle cose indispensabili da ricordare prima di partire per un viaggio a New York è richiedere l’ESTA, ovvero l’autorizzazione al “Viaggio senza Visto” senza la quale non si può entrare negli Stati Uniti. Qui di seguito vi linko due articoli che vi invito a leggere dove potete trovare informazioni utili su come fare l’ESTA e come aggiornare l’ESTA nei 2 anni di validità.
Un’altra cosa che raccomando sempre di fare, a maggior ragione quando si viaggia negli Stati Uniti dove la sanità è privata, è stipulare una buona assicurazione viaggio. Sappiate infatti che se vi fate male le spese sanitarie negli USA saranno a vostro carico e nel caso di ricovero in ospedale il costo sarebbe MOLTO alto, decisamente più alto di un’assicurazione viaggio. Un esempio? Una visita al pronto soccorso negli States costa dai $150 ai $3.000, chiamare un’ambulanza dai $400 ai $1200 mentre per un viaggio di 7 giorni negli USA fare un’assicurazione con Heymondo costa solo 56€ con massimali altissimi, assicurazione sul bagaglio smarrito/danneggiato e perfino sull’annullamento viaggio. Prima di partire non dimenticate di stipularla: potete farlo cliccando direttamente qui e avrete anche uno SCONTO immediato del 10% sul prezzo della polizza. Cosa aspettate?
Per i voli per New York, considerando il nostro viaggio nel weekend di Pasqua, due mesi prima abbiamo trovato un volo diretto Alitalia Milano Malpensa – New York JFK a 400 euro A/R: un prezzo davvero ottimo visto il periodo.
Infine l’alloggio. Dormire a New York è molto costoso specialmente se si vuole alloggiare in centro e non in zona periferica, come ad esempio a Brooklyn. Pertanto consiglio di prenotare la sistemazione con largo anticipo.
Cosa vedere a New York: itinerario di viaggio
Di seguito trovate tanti consigli utili e un itinerario su cosa vedere a New York in 5 giorni con un programma da seguire giorno per giorno.
New York in 5 giorni – 1° GIORNO
Il nostro arrivo all’aeroporto JFK è avvenuto nel pomeriggio. In una mezz’oretta di taxi ($55) siamo arrivati in hotel e da lì è iniziata la nostra visita alla città che non dorme mai. Dato che mancava poco all’ora del tramonto avevo espresso il desiderio di salire sul Top of the Rock, uno dei punti panoramici migliori dove ammirare New York dall’alto con una splendida vista a 360 gradi dalla terrazza esterna del 70° piano. Avevo scelto questo edificio, tra tutti gli altri in città, proprio lui. Era da lassù, con Central Park ai miei piedi e lo skyline dei grattacieli di Downtown all’orizzonte, che volevo vedere New York dall’alto per la prima volta. Al tramonto poi sarebbe stato il massimo.
Purtroppo il primo incontro con New York mi ha fatto capire che ovunque ci sono code lunghissime da fare (dalle attrazioni fino alla reception in hotel). Mai vista una cosa così in nessun’altra città del mondo visitata fino ad oggi. Sebbene prima di partire avessi acquistato online i biglietti del Top of the Rock col salta la coda c’erano altre decine (forse centinaia) di persone che come noi avevano lo stesso tipo di biglietto per salirvi. Non ci restava nient’altro da fare che armarci di santa pazienza (e nel frattempo andare a cenare) e attendere di salire quando ormai il tramonto era terminato e la notte era sopraggiunta. Avere un primo sguardo su NYC con le luci della notte è stato molto suggestivo, devo ammetterlo. Ma spero di tornarci di nuovo per salire sul Top of the Rock di giorno o all’orario del tramonto come ho sempre sognato.
Vista la vicinanza col Top of the Rock abbiamo fatto un salto al Rockfeller Center dove, a fine marzo, c’era ancora “The Rink”, la pista di pattinaggio più storica e famosa di New York. Non abbiamo pattinato sul ghiaccio quella sera, solo osservato centinaia di persone sui pattini, ma ammetto che me l’ero immaginata molto più grande.
La prima sera a New York è stata anche quella in cui mi sono ritrovata in mezzo a Time Square. È davvero impressionante l’effetto che fa ritrovarsi in quel mare di luci, colori e persone. Ti senti tanto piccolo, al centro di qualcosa di grande e assolutamente emblematico.
New York in 5 giorni – 2° GIORNO
Domenica, la domenica di Pasqua a New York. Ci siamo svegliati con un bel programmino da seguire (peccato soltanto non esser riusciti ad assistere alla messa Gospel ma non riuscivamo a causa degli orari). Vista la bella giornata la nostra prima tappa è stata la High Line, la linea ferroviaria costruita negli anni 30 e dismessa negli anni 80 oggi diventata un giardino sopraelevato panoramico. Un parco metropolitano e un percorso verde ideale per una passeggiata che si snoda tra i grattacieli del West Side di Manhattan lungo ampi tratti dei binari originali tutt’oggi mantenuti.
Dall’High Line abbiamo raggiunto il vicino Chelsea Market, il grande mercato del cibo di New York ospitato all’interno dell’ex fabbrica National Biscuit Company, l’azienda che ha inventato i famosi biscotti Oreo, del 1900. Adoro i mercati coperti americani e questa tappa non potevo assolutamente perdermela. Non abbiamo pranzato dentro al mercato (i prezzi devo ammettere sono un po’ più alti rispetto ad altri mercati come il Reading Terminal Market a Philadelphia) ma una visita la vale tutta.
Nel primo pomeriggio ci siamo diretti sulla 5th Avenue che per l’occasione – essendo il giorno di Pasqua – ospitava un evento a cui volevamo assolutamente assistere: la Easter Bonnet Parade, la parata pasquale dove i protagonisti sono i newyorkesi che indossano i cappelli più assurdi e stravaganti.
TIPS ☞ La Easter Bonnet Parade si svolge ogni anno a New York a Pasqua lungo la 5th Avenue, fra la 49sima e la 57sima strada, dalle ore 10 alle ore 16.
Dato che eravamo in zona era impensabile non entrare nella Cattedrale di St. Patrick (e con l’occasione prendere la messa di Pasqua, in spagnolo). Questa chiesa è davvero particolarissima: è una cattedrale gotica i cui pinnacoli e archi a sesto acuto appaiono all’improvviso in mezzo ai grattacieli della 5th Avenue. Anche gli interni sono mozzafiato.
È stata poi la volta del museo che più di ogni altro desideravo vedere da tutta la vita: il MoMA di New York, il Museo d’Arte Moderna di Manhattan al cui interno si trovano innumerevoli opere e quadri celeberrimi, studiati negli anni di liceo sui libri di arte, da Les demoiselles d’Avignon di Picasso a La Notte Stellata di Van Gogh, da sempre il mio quadro preferito. Trovarmi davanti ai suoi colori sgargianti e a quelle pennellate piene di colori così vibranti e carichi di energia mi ha fatta emozionare. Anche per visitare il MoMA ho acquistato i biglietti online evitando di fare la fila all’entrata.
Altra tappa immancabile è stato il Flatiron Building, il grattacielo a forma di ferro da stiro di Manhattan. Per raggiungerlo ci siamo spostati dalla Midtown fino all’incrocio tra la Fifth Avenue e Broadway. Avremmo potuto inserirlo nell’itinerario dei giorni seguenti ma la sua collocazione era ideale quella sera perché avevamo deciso di fare un aperitivo sui tetti di Manhattan in un rooftop bar in cui da tempo desideravo andare.
Tra i tanti rooftop di New York avevo scelto il 230 FIFTH ROOFTOP BAR NYC, situato a pochi passi dal Flatiron Building: vista sull’Empire State Building illuminato, il tramonto sui tetti di Chelsea e del West Village con visuale fino alla Downtown e i Winter igloos dove in inverno e in autunno è possibile bere un drink in terrazza al calduccio delle stufe a fungo.
Se mi è piaciuto questo aperitivo? Da impazzire! Unica nota dolente sono i prezzi dei drink, ma siamo negli Stati Uniti e non c’è da stupirsi (almeno io, memore dei miei precedenti viaggi negli States) ma i miei amici (per loro era la prima volta a NY e in generale in America) sono ancora lì che pensano: “$65 per 2 mojito, 2 bicchieri di vino e un soft drink!?“.
Per cena infine ci siamo spostati nel quartiere newyorkese di Soho all’Ear Inn, uno dei bar più storici di Manhattan dal 1817: un localino poco frequentato dai turisti e dalla grande atmosfera con musica Jazz stile New Orleans ogni domenica sera. La cucina, famosa per i suoi burger e altri piatti a km zero, è buona con prezzi abbordabili.
New York in 5 giorni – 3° GIORNO
Questo terzo giorno a New York abbiamo dedicato metà giornata a Manhattan e l’altra metà a Brooklyn.
Prima tappa della mattina è stato il Grand Central Terminal, la stazione ferroviaria più famosa, trafficata e grande del mondo. La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la Main Concourse che più che l’atrio di una stazione sembra una cattedrale con le sue grandi vetrate e il gigantesco soffitto a volta con le 12 costellazioni dello Zodiaco dipinte a foglia d’oro.
Ritrovarsi al centro di quell’atrio, o sul mezzanino della scalinata per ammirarlo da un’altra prospettiva, fa riflettere su chissà quante persone nel corso di un intero secolo siano passate di lì, si siano salutate prima di salire su un treno, magari dandosi un addio o un arrivederci.
TIPS ☞ Se volete vedere uno dei luoghi più insoliti a New York dal Grand Central Terminal scendete dove si trova l’Oyster Bar and Restaurant. Qui si trova la Whispering Gallery, la Galleria dei Sussurri. Grazie al particolare soffitto a volte se bisbigliate qualcosa in uno degli angoli, un’altra persona può sentire chiaramente quello che state dicendo mettendosi in ascolto all’angolo diagonalmente opposto. Si tratta di un fenomeno acustico davvero sorprendente che in passato avevo già avuto modo di provare in Inghilterra nella Cattedrale di Liverpool e in Italia al Voltone del Potestà a Bologna.
Dopo il Grand Central Terminal abbiamo visitato uno dei luoghi che più desideravo vedere a New York: la New York Public Library, la Biblioteca Pubblica inaugurata nel 1911. Milioni di libri, maestose sale di lettura e quell’odore inebriante della carta stampata che solo i libri riescono ad emanare. In molti la ricorderanno come la libreria infestata dal fantasma nel primo film di Ghostbusters, io la ricorderò come la più bella libreria in cui sono entrata ad oggi, specialmente la Rose Reading Room, la maestosa sala di lettura al primo piano.
Dimenticavo: l’ingresso alla Biblioteca è gratuito. Ragione in più per visitarla.
Impossibile poi uscire dalla New York Public Library e non entrare in Bryant Park, il piccolo parco situato proprio dietro l’angolo. E qui non ho saputo resistere: ho comprato un hot dog ad un track food, mi sono seduta nel parco e mi sono sentita come un vero newyorkese.
Considerato che ci trovavamo in centro a Midtown abbiamo deciso di fare l’immancabile tappa per l’acquisto di souvenir, così siamo entrati da I love souvenirs Gift Shop (N.377 5th Ave incrocio 35th St.) e conosciuto Nacho, il simpatico proprietario nepalese del negozio. La mia amica Simona Sacri mi aveva consigliato di passare a trovarlo visti i suoi prezzi convenienti e lo sconto “amici di Simona”.
Nel pomeriggio abbiamo salutato Manhattan per dirigerci a Brooklyn, più esattamente a Bushwick. Sebbene oggi sia un quartiere sicuro e rinato grazie ad un bel progetto di street art, fino ad alcuni anni fa questo era uno dei principali borough a rischio di New York, dove tutt’oggi vive la più grande comunità ispanica di NYC. Insieme al più famoso quartiere di Williamsburg (che ci attendeva di lì a poco) Bushwick si distingue per la forza comunicativa che si esprime dirompente sui muri dei suoi edifici. Sapete quanto io ami la street art: per me era impensabile non dedicargli una visita.
Abbiamo preso la linea L della metro e siamo scesi alla fermata Jefferson St. da dove è iniziata la lunga passeggiata tra i graffiti della Bushwick Collective, l’esposizione permanente di street art che va da Jefferson St. a Troutman St. fino a Wickoff Ave e Saint Nicholas Avenue.
Dopo la street art di Bushwick ci attendeva quella di Williamsburg, un altro borough di Brooklyn poco distante dal precedente e come questo uno dei simboli di rinascita di New York. Fino a pochi anni fa Williamsburg era ciò che restava di un fiorente distretto industriale ormai in declino, ma oggi questo sobborgo di New York ha un affascinante aspetto industriale tutto da scoprire, con vecchie fabbriche oggi adibite a negozi, ristoranti e birrifici.
TIPS ☞ Un itinerario consigliato per visitare Williamsburg può partire dalle vie principali, Berry Street e Bedford Avenue, e proseguire nella zona ovest che costeggia l’East River da sud fino all’East River State Park.
Da Bushwick siamo arrivati a Williamsburg in metro fino alla fermata Bedford Ave. Da qui abbiamo fatto una passeggiata dedicata alla street art di Williamsburg. Tra le decine di murales ce ne sono alcuni che sono dei veri e propri capolavori d’arte moderna, tra cui Jean-Michel Basquiat & Andy Warhol dell’artista brasiliano Eduardo Kobra (incrocio tra Bedford Ave e N. 9th St.), Squirrel dell’artista belga ROA (160 Berry St.) e The Mona Lisa of Williamsburg della Colossal Media & Steven Paul, uno dei graffiti più iconici di Williamsburg (South 6th St. incrocio Bedford Ave).
Ci siamo quindi spostati verso l’East River passando sotto al Ponte di Williamsburg e percorrendo Kent Avenue in direzione nord abbiamo costeggiato l’ex fabbrica Domino Sugar – per anni la più grande fabbrica di zucchero al mondo e oggi dismessa – fino a raggiungere il Grand Ferry Park, un piccolo parco che si affaccia sull’East River dal quale si ha una bella panoramica su Lower Manhattan, sul One World Trade Center e soprattutto sul Williamsburg Bridge.
A cena siamo andati a mangiare al Sweetwater, sempre a Williamsburg, per festeggiare il mio compleanno (dopotutto in Italia era già passata la mezzanotte): la ricorderò come una bella cena tra amici in un locale d’atmosfera dove ho spento una candelina sulla cheesecake più grande che una neo 35enne potesse desiderare!
New York in 5 giorni – 4° GIORNO
Per questa giornata, in occasione del mio compleanno, avevamo in programma molti luoghi speciali da visitare a New York: dal giro in battello passando davanti alla Statua della Libertà, l’area di Ground Zero, il quartiere di Dumbo e il Ponte di Brooklyn fino alla partita NBA al Madison Square Garden. Ma andiamo con ordine.
La mattina abbiamo raggiunto il Whitehall Ferry Terminal (o South Ferry) a Lower Manhattan dal quale ogni giorno parte lo Staten Island Ferry, il traghetto gratuito che collega Manhattan con Staten Island passando davanti alla Statua della Libertà (partenza ogni 30′ con orari h24). Questa è una delle cose da fare gratis a New York che non volevo assolutamente perdere! Il tragitto via mare consente di avere una visuale di Manhattan da un’altra prospettiva e di avvistare la Lady Liberty, simbolo di libertà e di accoglienza. Guardandola mi sono sentita davvero “Benvenuta”.